29/10/18

PRIMA ESEZUZIONE ASSOLUTA : Pranvera (Paolo Marzocchi)

 

Paolo Marzocchi, compositore contemporaneo,  per il brano PRANVERA ha attinto alla musica folklorica albanese e in particolare alla fortissima tradizione musicale della città di Scutari (Shkodra).
 

Il pezzo, scritto per il Festival di Lucerna, è stato rielaborato in una nuova versione per doppio trio e banda appositamente per Floema.

Questa versione è in prima esecuzione assoluta.
 

Bande della “Filarmonica Borgognoni” di Pistoia e della “Verdi” di Fognano. 

Orchestra Leonore: (Clarice Curradi al violino, Luca Bacelli al violoncello e i percussionisti Gregory Lecoeur, Ivan Pennino e Diego Desole) insieme alla pianista Irene Novi.




linealibera.info

ORCHESTRE E BANDE AL MODERNO



Uno spettacolo davvero per tutti che ha entusiasmato i presenti con musiche di grande pregio per la presenza di tanti strumenti insoliti


L’Orchestra Leonore con due bande, confuse in armonie
AGLIANA. Se la Musica unisce la gente, ecco che ieri sera al Teatro Moderno di Agliana, si è ascoltato – e anche veduto, lo spettacolo non è stato meno interessante – un insieme di orchestra da camera confusa con le Bande della “Filarmonica Borgognoni” di Pistoia e della “Verdi” di Fognano che hanno davvero incontrato il pubblico.

Insieme, gli oltre 35 musicisti, hanno eseguito una prima mondiale assoluta del brano Pranvera del compositore contemporaneo Paolo Marzocchi, di grande pregio per come arricchito dalla presenza di tanti strumenti:archi, fiati e percussioni e dalla bravura dei musicisti.

Il pezzo Pranvera, ispirato dalla tradizione musicale balcanica, è stato molto applaudito dal pubblico per la sua effervescenza armonica che ha impegnato gli esecutori in una davvero difficile performance senza accusare nessuna sbavatura.


Un momento del concerto
Il Concerto è poi proseguito con i musicisti di Floema che hanno proposto al pubblico una varietà di musiche del grande compositore russo Schostakowitsch che con il particolare contributo di tamburi, vibrafono, xilofono e glochenspiel, strumenti a percussione insoliti, ma che hanno davvero coinvolto il pubblico presente.

Il Concerto, breve ma intenso si è concluso nell’incontro tra il pubblico e i musicisti, che hanno invitato parte della platea a salire sul palco per il bis, generosamente concesso.
Floema ha presentato il suo programma per la stagione 2018/19 che potrete consultare sul sito www.fondazionepromusica.it.


[Alessandro Romiti]

04/10/18

Autunno - Le quattro stagioni (Antonio Vivaldi)




"Il cimento dell'armonia e dell'invenzione" è una raccolta di dodici concerti per violino, archi e basso, composto da Antonio Vivaldi. Le quattro stagioni sono i primi 4 concerti di questa opera, pubblicati nel 1725. Ogni concerto delle 4 stagioni si divide in 3 "movimenti": il primo ed il terzo in tempo Allegro o Presto, il secondo in tempo "Adagio o Largo. Ogni concerto si riferisce a ciascuna delle quattro stagioni: "Primavera", "Estate", "Autunno" e "Inverno". L'Autunno è un concerto in Fa maggiore. In questo concerto Vivaldi descrive il dio romano Bacco. Nella prima parte (in Allegro) descrive la vendemmia, nella seconda parte (in Adagio molto) descrive l'ebbrezza provocata dal vino, mentre nell'ultima parte (in Allegro) descrive la caccia (in Allegro).

 AMIL Music



uradio.org

L'Autunno di Vivaldi: Bacco, dormite e cacce

Questo concerto fa parte di un ciclo dal titolo Le quattro stagioni: abbiamo già parlato della Primavera e dell’Estate in questo e in questo articolo. Ascoltiamolo insieme su YouTube.
Anche questo concerto, così come gli altri, si articola in tre movimenti (Allegro – Adagio molto – Allegro) e prende ispirazione per il suo tema da un sonetto.


Antonio Vivaldi

 

Allegro

Celebra il Vilanel con balli e Canti
Del felice raccolto il bel piacere
E del liquor di Bacco accesi tanti
Finiscono col Sonno il lor godere

 

Adagio molto

Fa’ ch’ ogn’ uno tralasci e balli e canti
L’ aria che temperata dà piacere,
E la Staggion ch’ invita tanti e tanti
D’ un dolcissimo sonno al bel godere.

 

Allegro

I cacciator alla nov’alba à caccia
Con corni, Schioppi, e cani escono fuore
Fugge la belva, e Seguono la traccia;
Già Sbigottita, e lassa al gran rumore
De’ Schioppi e cani, ferita minaccia
Languida di fuggir, mà oppressa muore.

 

 

Il primo movimento: l’allegra festa della vendemmia.

Nell’Autunno Vivaldi descrive la figura di Bacco, dio del vino e dell’ebbrezza. Il primo movimento, infatti, si apre con una panoramica su una vigna, dove alcuni contadini stanno vendemmiando. Il clima è festoso: il raccolto è abbondante, il vino scorre a fiumi. Dopo il lavoro, i contadini festeggiano con un grande banchetto. Qualcuno già cade stordito dai fumi dell’alcool; gli adulti sghignazzano dietro ai giovani che barcollano ubriachi. Uno di loro, un contadinello appena uscito dall’adolescenza, si addormenta tranquillo con la schiena appoggiata ad un tronco, ignaro della confusione che regna attorno a lui. Tiene ancora in mano il fiasco di vino, e sorride beato. Chissà cosa sta sognando… A pochi metri da lui, la festa continua fino a tarda notte, quando tutti si lasciano vincere dalla sbronza e si addormentano.

 

 

Il secondo movimento: gli ubriachi tra le braccia di Morfeo.

Nel secondo movimento i contadini si riposano dalla fatica del lavoro e della festa. Il contadinello di prima apre un occhio e vede che tutti i suoi compagni sono crollati. Sbadiglia e si tira su, barcollando, e si aggira fra i dormienti con ancora il fiasco in mano. Beve un altro bicchiere di vino, mangia un pezzo di pane avanzato, poi lascia scorrere lo sguardo attorno a lui. Incredibile, dormono veramente tutti. E’ l’alba. Il suono di un corno da caccia lo distrae dalle sue meditazioni.

 

 

Il terzo movimento: la caccia.

I cacciatori irrompono nella quiete (terzo movimento). Attraversano la pianura a pochi passi dai contadini ancora addormentati e spariscono nel bosco. I cani, a molti metri da loro, abbaiano furiosamente; si sentono già i primi colpi degli schioppi. Una cerva si slancia in una folle corsa: sente i ringhi dei cani a pochi passi da lei, le voci degli uomini la terrorizzano. La sua snella figura riesce a districarsi agilmente tra i cespugli, e trova per qualche istante un rifugio. Riprende un po’ fiato, forse è riuscita a seminarli. Una pallottola la colpisce improvvisamente al fianco e lei torna a fuggire, ma il dolore le impedisce di correre velocemente come prima. Un cane le azzanna la zampa: ormai non può più fare nulla. I cacciatori hanno vinto.
 

Federica Pisacane.