PRIMO VIDEO : Carnevale di Venezia (variazioni)
SECONDO VIDEO : Toccata e figa in Re minore (Johann Sebastian Bach)
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Il carnevale di Venezia | |
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Lingua originale | italiano |
Genere | opera buffa |
Musica | Errico Petrella |
Libretto | Marco D'Arienzo |
Atti | tre |
Prima rappr. | 20 maggio 1851 |
Teatro | Teatro Nuovo di Napoli |
Versioni successive | |
Personaggi | |
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L'opera ebbe un grandissimo successo[2]. Petrella gestisce la vicenda con «grande vivacità e humour»[2][3], ma è carente nell'uso della melodia[3] in favore di un ampio uso del parlante (declamato con accompagnamento dell'orchestra)[2][3]. Questo attirò le critiche di Giuseppe Verdi, che confrontò il lavoro di Petrella con le opere di Luigi Ricci, sostenendo che quest'ultimo facesse un uso migliore dei parlanti, e avesse maggiori capacità nell'impiego di piacevoli motivi musicali per sostenere il procedere dell'azione.[2][3]
Trama
- Luogo: Venezia
- Epoca: Ultimi giorni di carnevale
Le due ragazze, sfruttando l'ingenuità del sciocco servo Cola, a cui Muzio le ha affidate dovendosi assentare, riescono a incontrarsi con Oreste e Pilade, due noti rubacuori, e vanno con loro in un locale, dove vengono sorprese dal padre che le riconduce a casa.
Oreste e Pilade però non si danno per vinti e riescono a introdursi nelle stanze di Albina e Romilla. Quando vengono sorpresi da Muzio, chiedono la mano delle sue figlie. Muzio accetta, per tema che le ragazze vengano disonorate, e acconsente anche al matrimonio tra la sorella Mimosa e il conte Bietola, che aveva aiutato Oreste e Pilade a corteggiare Albina e Romilla.