30/03/19

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L’altare argenteo di San Iacopo un ponte tra Pistoia e Compostela

L'arazzo Millefiori

 

Capolavoro fiammingo da tappezzare una parete intera. Contrariamente a quanto si possa pensare, anche se si tratta di un ricamo, fu realizzato solamente da personale maschile in quanto considerato arte e l'arte a quei tempi era riservata solo agli uomini mentre le donne ne erano escluse.



blog.zingarate.com

L’arazzo Millefiori di Pistoia, tra animali fantastici e fiori del paradiso


L’Arazzo Millefiori, rappresenta una delle più straordinarie bellezze artistiche di Pistoia, ancora poco conosciuto, ma unico nel suo genere.
Si tratta di un Arazzo, ovvero un manufatto tessile (i primi furono realizzati nella città fiamminga di Arras) dalle dimensioni considerevoli 267 x 790 cm in seta e lana che raffigura un raffinato giardino fiorito popolato da animali selvatici e una gran varietà di fiori.

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Le prime notizie storiche che ci sono pervenute risalgono al 1661 e ci testimoniano che era già utilizzato “per stendere avanti l’Altare maggiore il Venerdì Santo, quando si fa l’Adorazione della croce”. Nonostante che la data di realizzazione sia comunque incerta, possiamo ipotizzare la sua fabbricazione all’inizio dell’XVI secolo, in ambito fiammingo o francese.

Questa tipologia di manifattura ricorda il tipico stile tardo-gotico del XV-XVI secolo quando si rappresentavano gli elementi naturalistici a scopo decorativo. Inoltre, non è raro trovare rappresentazioni di animali fantastici anche nel Medioevo e nel Rinascimento quando ci si ispirava ai famosi Bestiari, ovvero libri fantasiosi dove la realtà e l’immaginazione si mescolavano tra loro, così come la storia e le leggende, le tradizioni e le credenze religiose. In questi libri gli animali, le piante e i fiori avevano significati simbolici e allegorici così come quelli raffigurati nell’arazzo di Pistoia, che rimanda al motivo dell’hortus conclusus, cioè una sorta di microcosmo che racchiude in sé tutti i fiori che alludono al Paradiso celeste.

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La suggestione e il fascino che induce nello spettatore questo Arazzo sono dovuti anche agli straordinari colori con una gamma di venticinque tonalità, oltre che all’impressionante attenzione dei particolari delle figure.
Le principali varietà di fiori che vi sono raffigurate sono la rosa canina, l’iris, il papavero, il cardo, il giglio, il narciso, la margherita, la viola, la primula, la violetta, il nontiscordardime.

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Gli animali che vi possiamo riconoscere sono invece la lepre, il falco, il cane, l’airone, il coniglio, il fagiano e il mitico unicorno.

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L’unicorno, è un animale mitologico che presenta delle caratteristiche molto particolari: ha il corpo di cavallo, la testa di cervo, le zampe di elefante e la coda di cinghiale. Il suo nome deriva da una parola latina, unicornis, che significa un solo corno che infatti è presente sulla fronte dell’animale e che si credeva avesse poteri magici, in particolare che preservasse dal veleno. Secondo la leggenda l’uomo per impossessarsi del corno avrebbe dovuto far avvicinare furtivamente una fanciulla che avrebbe reso docile l’animale fino a farlo addormentare. Una credenza popolare, inoltre racconta che l’unicorno partoriva un puledro ogni cento anni, cioè ogni qualvolta nasceva un essere umano speciale. Pur essendo un animale fantastico, frutto dell’immaginazione dell’uomo, la credibilità nei confronti di quest’animale crebbe improvvisamente nel Medioevo quando si sparse la voce che il narvalo, un grande cetaceo dell’Artico, possedeva un dente lungo due metri che aveva le stesse facoltà soprannaturali del corno dell’unicorno.

Curiosità
Esiste davvero un pesce chiamato unicorno
Perché si chiama cosi? Perché presenta una escrescenza frontale che si ingrandisce con l’età.


Un altro animale curioso che possiamo notare se osserviamo da vicino l’Arazzo Millefiori è la iena che è qui raffigurata con gli artigli dell’aquila, proprio per enfatizzare il suo carattere aggressivo e pericoloso. Secondo la leggenda, la iena era allo stesso tempo maschio e femmina e a causa di questa sua natura era considerato un animale sleale e ingannatore, simbolo di vizi come l’avarizia.

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Fin dal 1953 l’Arazzo Millefiori si trovava esposto nella Cappella del Giudizio del Duomo di Pistoia e fungeva da dossale all’altare d’argento di San Jacopo, ma questa collocazione, anche se ha impedito l’esposizione alla luce, l’aveva sottoposto ad altri agenti come polvere, muffe e batteri, che ne potevano causare un degrado irreversibile. Nel corso degli anni, questo straordinario manufatto è stato restaurato due volte (una negli anni 2000 e una recentemente) e attraverso il lavoro di tecnici specializzati e al contributo della Cassa di Risparmio di Pistoia e della lucchesia è stato possibile restituire il suo antico splendore e la vivacità unica dei suoi colori.
Attualmente si trova custodito all’interno dell’Antico Palazzo de’ Vescovi. 

07/03/19

Maria Anna Mozart, sorella maggiore di Wolfang Amadeus


it.wikipedia.org

Maria Anna Mozart


Maria Anna Walburga Ignatia Mozart (Salisburgo, 30 luglio 1751Salisburgo, 29 ottobre 1829) è stata una pianista austriaca.
Era la sorella maggiore di Wolfgang Amadeus Mozart, la figlia di Leopold Mozart e di Anna Maria Pertl. In famiglia la chiamavano Nannerl (come dire "Nannina" o "Nannarella") e con questo vezzeggiativo è passata alla storia.

Biografia

Come suo fratello, Nannerl Mozart rivelò un precoce talento musicale: da bambina si esibiva al suo fianco, al clavicembalo durante le tournée organizzate dal padre. Avendo riscontrato le straordinarie qualità dei suoi figli, infatti, Leopold Mozart li portò fin da piccoli a suonare in molte città europee, tra le quali Vienna e Parigi.
Durante questi viaggi, sia Wolfgang che Nannerl si ammalarono gravemente a più riprese, anche di patologie potenzialmente mortali come il vaiolo e il tifo. Fu Nannerl quella che corse il maggior pericolo: nel 1764 all'Aia, nei Paesi Bassi, si ammalò di bronchite e le sue condizioni divennero in poco tempo così gravi che le fu somministrata l'estrema unzione. Guarì grazie all'interessamento della Principessa di Nassau-Weilburg, sorella di Guglielmo V di Orange-Nassau, che le mandò il medico di corte. Nannerl era di fibra forte: sopravvisse anche alla tisi, che contrasse alcuni anni dopo.
La sorella di Mozart divenne un'eccellente pianista e un'insegnante di musica molto apprezzata. Wolfgang aveva un'alta opinione del suo talento e della sua competenza, e le sottoponeva d'abitudine le proprie partiture per averne un parere; compose inoltre alcuni pezzi per pianoforte a quattro mani, e per due pianoforti, espressamente per suonarli in coppia con lei. È questo il caso, ad esempio, del Concerto per due pianoforti e orchestra KV 365. Wolfgang le fece anche omaggio di un brano musicale, nel giorno del suo onomastico del 1776: il Divertimento in Re Maggiore per Oboe, Corni ed Archi KV 251, "Nannerl Septett". E non solo: la incoraggiò a comporre musica, attività nella quale evidentemente Nannerl aveva provato a cimentarsi. In una lettera dall'Italia del 7 luglio 1770, Mozart le scrisse:
"Sono stupefatto! Non sapevo fossi in grado di comporre in modo così grazioso. In una parola, il tuo Lied è bello. Ti prego, cerca di fare più spesso queste cose."
Molto probabilmente però Nannerl non seguì il consiglio del fratello, e, se pure lo seguì, della sua musica non è rimasta traccia. Nessuna sua composizione è stata conservata ed anche quel misterioso Lied è andato perduto.


Nannerl Mozart adulta, divenuta Baronessa von Berchtold zu Sonnenburg


Nannerl Mozart sposò nel 1784 il Barone Johann Baptist von Berchtold zu Sonnenburg e si trasferì con lui a Sankt Gilgen, un villaggio a 6 ore di carrozza da Salisburgo. Ebbe un figlio maschio, Leopoldl ("piccolo Leopold"), e due femmine, Jeanette e Marie Babette. Dovette rallentare le attività musicali e divenne una madre di famiglia, occupandosi dei propri figli e anche di quelli del marito, nati da ben due precedenti matrimoni.
Con tutta probabilità, Nannerl era d'accordo con suo padre nel giudicare Constanze Weber, la donna che il fratello Wolfgang scelse di sposare, inadatta a lui e comunque di estrazione sociale troppo bassa, e questo contribuì a raffreddare i suoi rapporti con Wolfgang. Col passare degli anni, infatti, i loro contatti si diradarono gradualmente, fino a interrompersi del tutto dopo la morte del padre (1787), quando ebbero insanabili dissapori ereditari. In seguito alla prematura scomparsa di Wolfgang Amadeus (1791), però, Nannerl diede un contributo di notevole importanza alla promozione della sua figura di musicista, collaborando con i suoi biografi, autenticando le sue composizioni e incentivandone la pubblicazione.
Rimasta vedova nel 1801, Nannerl tornò a Salisburgo e riprese alacremente l'insegnamento del pianoforte. Morì quasi ottantenne e negli ultimi anni della sua vita ebbe la consolazione di instaurare un rapporto affettuoso, materno, con suo nipote Franz Xaver Wolfgang Mozart, uno dei due figli di Amadeus. È sepolta nell'Abbazia di San Pietro di Salisburgo, accanto a Johann Michael Haydn, il fratello di Franz Joseph Haydn, a sua volta musicista e compositore.

Le DONNE nell'arte - Le artiste donne nella storia dell'arte

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