06/12/13

Amadeus (film biografico su W. A. Mozart)


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Amadeus è un film del 1984 diretto da Miloš Forman tratto dall'omonima opera teatrale di Peter Shaffer sulle vite dei compositori Wolfgang Amadeus Mozart e Antonio Salieri.



Trama

Vienna, 1823: l'ormai anziano Salieri, dimenticato dal mondo e ricoverato in manicomio, confessa ad un sacerdote di aver ucciso, o meglio provocato la morte di Mozart, compositore la cui la somma grandezza era ormai affermata. Rievoca così le vicende che tra il 1782 (anno dell'arrivo di Mozart a Vienna) e il 1791 (anno della sua morte) lo videro in stretti rapporti con il compositore e confessa i suoi tentativi di condurlo alla rovina, mosso da un'inestinguibile invidia, in un misto tra incondizionata ammirazione per il suo genio e odio per la sua persona. Confessa i suoi intrighi volti a sabotare le esecuzioni ed il successo delle opere di Mozart, opere che peraltro lui stesso ammirava profondamente e ascoltava in incognito, ed infine il suo riuscito tentativo di porre indirettamente fine alla sua stessa vita, commissionandogli, senza farsi riconoscere, una messa da requiem e facendo sì che le condizioni psicofisiche del salisburghese, già precarie, si aggravassero sino al crollo finale. Mozart morì lasciando incompiuto il requiem e venne sepolto in una squallida fossa comune su consiglio di Salieri stesso, a cui in questo modo riuscì l'ultimo finale sfregio sul suo nemico. L'anziano Salieri chiude il racconto autoproclamandosi beffardamente il re dei mediocri, il loro santo protettore, capace di intercedere, una volta morto, per tutti i mediocri del mondo.
La trama del film prende spunto dall'omonimo lavoro teatrale di Peter Shaffer che parte dal presupposto (prettamente letterario, nella realtà quasi certamente del tutto infondato) di un acceso antagonismo tra il giovane musicista salisburghese e il compositore veronese Antonio Salieri, presente alla corte dell'impero asburgico nello stesso periodo. Accoglie quindi la fantasiosa tesi puskiniana dell'avvelenamento ordito da Salieri ai danni di Mozart..
In questa ricostruzione romanzata Salieri, che inizialmente ringrazia Dio per avergli donato sia il talento sia il desiderio di lodare l'Altissimo attraverso le sue opere, viene folgorato, annichilito dal genio assoluto di Mozart. Sicuro dell'ispirazione divina della musica del salisburghese, diviene amaramente consapevole della propria relativa mediocrità e capisce che le opere di Mozart, non del tutto capite dai contemporanei, sono destinate alla gloria eterna mentre la propria musica, che pure riscuoteva grande successo, è destinata via via a cadere nell'oblio. Salieri non si capacita del fatto che Dio si serva di un uomo pieno di difetti come Mozart per far udire al mondo la sua voce (nel film dice "Perché Dio avrebbe scelto un fanciullo osceno quale suo strumento?") mentre a lui ha concesso solo poco talento, sufficiente però a capire appieno il genio altrui. Per questo motivo, spinto da un sordo odio, dedica la sua vita alla distruzione dello strumento di Dio, pur adorandone le opere, e concepisce - senza riuscire a realizzarlo del tutto - un finale diabolico: commissionare in incognito un requiem a Mozart (requiem che quindi sarebbe risultato di sublime qualità artistica), provocarne la morte e far eseguire la messa durante il suo funerale, attribuendosene la paternità, in modo che tutti risultino da lui beffati: sia la gente che piange Mozart ammirando la bellezza del requiem di Salieri, sia Iddio stesso. Piano che però non riuscì come previsto, dato che Mozart morì prima di completare e consegnare il requiem.
Ogni scena del film è accompagnata da una scelta di capolavori mozartiani che includono anche intere scene tratte da opere (Il ratto dal Serraglio, Le Nozze di Figaro, Don Giovanni, Il Flauto Magico) fino al Requiem, che fa da perfetto contrappunto alle scene finali della vita del compositore (nella volutamente antistorica finzione cinematografica Mozart, dal suo letto di morte e ormai incapace di scrivere, detta la partitura del Confutatis a Salieri, e la sepoltura avviene accompagnata dal sublime Lacrymosa), ultima opera dell'artista, rimasta incompiuta (fu poi completata da Franz Süssmayr).




Nel 2002 è stata distribuita nei cinema (e in seguito anche in DVD) una versione ampliata di circa venti minuti contenente i tagli (director's cut) operati in occasione della prima uscita della pellicola. Vengono ripristinate alcune scene che illustrano la condizione di Mozart, talento immenso ma perennemente al verde, tra cui una richiesta di aiuto del compositore a Salieri e le impossibili lezioni di piano ad una giovane dell'alta società. Viene ripristinata inoltre una scena cruciale per comprendere l'odio (altresì inspiegabile) che Constanze dimostra nei confronti di Salieri: recatasi presso il compositore italiano per pregarlo di far avere a Mozart delle commissioni grazie alla sua influenza (scena sin qui presente nella versione originale), Salieri le fa intendere che avrebbe acconsentito se lei gli si fosse concessa sessualmente. Costanze, disperata, si trova costretta ad accettare e si spoglia ma a quel punto Salieri la allontana con disprezzo, umiliandola.
L'edizione italiana è stata ridoppiata con voci diverse, sotto la direzione di Filippo Ottoni con esiti che hanno sollevato qualche perplessità. Anche i dialoghi sono stati in parte ritradotti. In particolare, ne esce accentuata la "ribellione" alla potenza schiacciante della lingua italiana nel campo musicale in relazione alla presunta rivalità con Salieri. Non a caso l'edizione director's cut include una battuta di Mozart su Salieri, Rosenberg e Bonno (Naturalmente, gli italiani! Gente musicalmente idiota!), che è conforme all'originale, ma che nella precedente versione italiana era stata edulcorata (Naturalmente, i cortigiani! Gente musicalmente idiota!).