04/10/18

Autunno - Le quattro stagioni (Antonio Vivaldi)




"Il cimento dell'armonia e dell'invenzione" è una raccolta di dodici concerti per violino, archi e basso, composto da Antonio Vivaldi. Le quattro stagioni sono i primi 4 concerti di questa opera, pubblicati nel 1725. Ogni concerto delle 4 stagioni si divide in 3 "movimenti": il primo ed il terzo in tempo Allegro o Presto, il secondo in tempo "Adagio o Largo. Ogni concerto si riferisce a ciascuna delle quattro stagioni: "Primavera", "Estate", "Autunno" e "Inverno". L'Autunno è un concerto in Fa maggiore. In questo concerto Vivaldi descrive il dio romano Bacco. Nella prima parte (in Allegro) descrive la vendemmia, nella seconda parte (in Adagio molto) descrive l'ebbrezza provocata dal vino, mentre nell'ultima parte (in Allegro) descrive la caccia (in Allegro).

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L'Autunno di Vivaldi: Bacco, dormite e cacce

Questo concerto fa parte di un ciclo dal titolo Le quattro stagioni: abbiamo già parlato della Primavera e dell’Estate in questo e in questo articolo. Ascoltiamolo insieme su YouTube.
Anche questo concerto, così come gli altri, si articola in tre movimenti (Allegro – Adagio molto – Allegro) e prende ispirazione per il suo tema da un sonetto.


Antonio Vivaldi

 

Allegro

Celebra il Vilanel con balli e Canti
Del felice raccolto il bel piacere
E del liquor di Bacco accesi tanti
Finiscono col Sonno il lor godere

 

Adagio molto

Fa’ ch’ ogn’ uno tralasci e balli e canti
L’ aria che temperata dà piacere,
E la Staggion ch’ invita tanti e tanti
D’ un dolcissimo sonno al bel godere.

 

Allegro

I cacciator alla nov’alba à caccia
Con corni, Schioppi, e cani escono fuore
Fugge la belva, e Seguono la traccia;
Già Sbigottita, e lassa al gran rumore
De’ Schioppi e cani, ferita minaccia
Languida di fuggir, mà oppressa muore.

 

 

Il primo movimento: l’allegra festa della vendemmia.

Nell’Autunno Vivaldi descrive la figura di Bacco, dio del vino e dell’ebbrezza. Il primo movimento, infatti, si apre con una panoramica su una vigna, dove alcuni contadini stanno vendemmiando. Il clima è festoso: il raccolto è abbondante, il vino scorre a fiumi. Dopo il lavoro, i contadini festeggiano con un grande banchetto. Qualcuno già cade stordito dai fumi dell’alcool; gli adulti sghignazzano dietro ai giovani che barcollano ubriachi. Uno di loro, un contadinello appena uscito dall’adolescenza, si addormenta tranquillo con la schiena appoggiata ad un tronco, ignaro della confusione che regna attorno a lui. Tiene ancora in mano il fiasco di vino, e sorride beato. Chissà cosa sta sognando… A pochi metri da lui, la festa continua fino a tarda notte, quando tutti si lasciano vincere dalla sbronza e si addormentano.

 

 

Il secondo movimento: gli ubriachi tra le braccia di Morfeo.

Nel secondo movimento i contadini si riposano dalla fatica del lavoro e della festa. Il contadinello di prima apre un occhio e vede che tutti i suoi compagni sono crollati. Sbadiglia e si tira su, barcollando, e si aggira fra i dormienti con ancora il fiasco in mano. Beve un altro bicchiere di vino, mangia un pezzo di pane avanzato, poi lascia scorrere lo sguardo attorno a lui. Incredibile, dormono veramente tutti. E’ l’alba. Il suono di un corno da caccia lo distrae dalle sue meditazioni.

 

 

Il terzo movimento: la caccia.

I cacciatori irrompono nella quiete (terzo movimento). Attraversano la pianura a pochi passi dai contadini ancora addormentati e spariscono nel bosco. I cani, a molti metri da loro, abbaiano furiosamente; si sentono già i primi colpi degli schioppi. Una cerva si slancia in una folle corsa: sente i ringhi dei cani a pochi passi da lei, le voci degli uomini la terrorizzano. La sua snella figura riesce a districarsi agilmente tra i cespugli, e trova per qualche istante un rifugio. Riprende un po’ fiato, forse è riuscita a seminarli. Una pallottola la colpisce improvvisamente al fianco e lei torna a fuggire, ma il dolore le impedisce di correre velocemente come prima. Un cane le azzanna la zampa: ormai non può più fare nulla. I cacciatori hanno vinto.
 

Federica Pisacane.