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Ruggero Leoncavallo (Napoli, 23 aprile 1857 – Montecatini Terme, 9 agosto 1919) è stato un compositore italiano, autore di opere liriche e operette.
Biografia
Nato a Napoli, da bambino si trasferì con la famiglia in varie località del Sud Italia. Trascorse a Castellabate, in provincia di Salerno, i primi anni della propria infanzia (sarebbe qui nato se la madre non avesse preferito partorire a Napoli dove era la sua famiglia). Il padre Vincenzo magistrato regio era stato infatti trasferito a Castellabate per indagare, pare, sulla spedizione di Carlo Pisacane. Nella Basilica Pontificia di Castellabate fu seppellita la sorellina Irene morta nel 1859.Si trasferì poi con la famiglia in provincia di Cosenza, a Montalto Uffugo[1], dove il padre fu pretore. In giovanissima età assistette a un fatto di sangue che, successivamente, lo ispirò per la realizzazione dell'opera Pagliacci. Studiò al Conservatorio di San Pietro a Majella nella sua città natale, e trovò anche il tempo di laurearsi in Lettere all'Università di Bologna, alla scuola del Carducci.
Dopo alcuni tentativi operistici giovanili non particolarmente fortunati, sulla scia del grande successo riportato nel 1890 da Cavalleria rusticana di Mascagni, compose un'opera verista destinata a grande fortuna: Pagliacci. Rappresentata per la prima volta nel 1892 al Teatro Dal Verme di Milano, sotto la direzione di Arturo Toscanini, l'opera riscosse un successo immediato ed è, forse, l'unica creazione di Leoncavallo che non sia mai uscita dal grande repertorio lirico. La sua aria più celebre, "Vesti la giubba", registrata da Enrico Caruso, fu il primo disco al mondo a toccare il milione di copie di vendita.
L'anno successivo (1893) venne rappresentata a Milano l'opera I Medici, ma né questa creazione, né la successiva, Chatterton, rappresentata a Roma nel 1896, ottennero il successo sperato.
Anche La bohème, rappresentata per la prima volta al Teatro La Fenice di Venezia nel 1897, dopo un buon avvio iniziale, fu messa in ombra dalla crescente notorietà dell'opera omonima di Puccini (1896), con cui condivide il titolo e il soggetto, basato sul romanzo Scènes de la vie de Bohème di Henri Murger.
Dopo un periodo giovanile ricco di viaggi, verso la fine del XIX secolo Leoncavallo approdò a Brissago (Svizzera). Nel 1903 egli affidò all'architetto Bernasconi il compito di costruirgli una villa a Brissago, Villa Myriam. Lì il Maestro visse fino al 1916, anno in cui dovette venderla per far fronte alle ristrettezze finanziarie. Fino ad allora, la sua villa fu un punto di ritrovo per direttori di teatro, scrittori, cantanti, editori (Toscanini, Caruso, Sonzogno...). I brissaghesi, consapevoli del suo attaccamento al loro villaggio, gli concessero nel 1904 la cittadinanza onoraria.
Successivamente Leoncavallo compose Zazà (1900), ricordata solo per due arie rimaste in repertorio. Tra le molte romanze da lui composte, la più famosa è Mattinata scritta per la Gramophone Company e prevista per la voce di Caruso. Lo stesso Leoncavallo suonò il pianoforte durante la prima incisione della romanza avvenuta l'8 aprile del 1904 e interpretata da Caruso.
Al Teatro Reinach di Parma vanno in scena La reginetta delle rose il 30 dicembre 1914, La candidata il 10 gennaio 1916 e Prestami tua moglie il 18 aprile 1917.
Il compositore morì a Montecatini Terme nel 1919. Fu seppellito a Firenze nel cimitero delle Porte Sante. Le sue spoglie mortali, assieme a quelle di sua moglie Berthe, dando seguito al suo desiderio, verranno traslate a Brissago (Canton Ticino-Svizzera) sul Lago Maggiore nel 1989. La tomba è situata nel portico del XVII secolo, accanto alla chiesa rinascimentale di Madonna del Ponte.
Nel 1921 Prestami tua moglie ebbe la prima al Teatro La Fenice di Venezia.
Considerazioni sull'artista
Ruggero Leoncavallo fu uno degli esponenti più importanti del melodramma verista: ebbe, soprattutto nei Pagliacci, forte senso drammatico e generosa ispirazione melodica, di immediata efficacia; tuttavia, pur avendo basi culturali più solide di altri veristi (era infatti laureato in lettere, cosa che gli permise di scrivere da sé i libretti di alcune sue opere), rimase confinato nella problematica della “giovane scuola" italiana, tra influssi di Bizet, di Verdi e lontani echi di Wagner. Tentò di svincolarsi dal verismo, ad esempio nella Bohème (1897), dalla vena comico-sentimentale, negli Zingari (1912), di gusto esotico, in Goffredo Mameli (1916) e in Edipo re (1920), ma non fu più in grado di ritrovare quella concisione, quel vigore espressivo e quella vena melodica impetuosa ed incisiva che caratterizzano il suo capolavoro, Pagliacci; quintessenza del verismo musicale (particolarmente il Prologo)[2][3][4][5].Composizioni
Opere
- Pagliacci (Milano, 21 maggio 1892)
- I Medici (Milano, 10 novembre 1893)
- Chatterton (Roma, 10 marzo 1896)
- La bohème (Venezia, 6 maggio 1897)
- Zazà (Milano, 10 novembre 1900)
- Der Roland von Berlin (Berlino, 13 dicembre 1904)
- Maià (Roma, 15 gennaio 1910)
- Zingari (Londra, 16 settembre 1912)
- Mameli (Genova, 27 aprile 1916)
- Edipo re (rappresentata postuma a Chicago il 13 dicembre 1920)
Operette
- Malbrouck, fantasia comica-medievale in 3 atti, libretto di Angelo Nessi (Roma, 20 gennaio 1910) al Teatro Drammatico Nazionale
- La reginetta delle rose, in 3 atti, libretto di Giovacchino Forzano (24 giugno 1912) première contemporanea, nel Teatro Costanzi di Roma diretta da Costantino Lombardo e nel Teatro Politeama Giacosa di Napoli
- Are you there? (Londra, 1913)
- La candidata, in 3 atti, libretto di Giovacchino Forzano (Roma e Torino, 6 febbraio 1915) al Teatro Drammatico Nazionale ed al Teatro Politeama Chiarella
- Prestami tua moglie, libretto di Edmondo Corradi (Salone di Cura Montecatini, 2 settembre 1916)
- Goffredo Mameli, libretto di Gualtiero Belvederi (Genova, Teatro Carlo Felice, 27 aprile 1916)
- A chi la giarrettiera?, libretto di Edmondo Corradi (Salone di Cura di Montecatini e Teatro Adriano di Roma, 6 ottobre 1919)
- Il primo bacio, libretto di Luigi Bonelli (sceneggiatore) (Salone di Cura di Montecatini, 29 aprile 1923)
- La maschera nuda, completata da Salvatore Allegra, libretto di Luigi Bonelli (sceneggiatore) e Ferdinando Paolieri (Napoli, 2 maggio 1925) al Politeama Giacosa
Altre composizioni
- La nuit de mai - Poema sinfonico tratto da Alfred de Musset - Sala Kriegelstein, Parigi 1886
- Seraphitus Seraphita - Poema sinfonico tratto da Séraphîta di Honorè de Balzac - Teatro alla Scala, Milano, 1894
- Pierrot au cinema - Capriccio d'amore - libretto di C. Trulet, 1916
- Messa da requiem (incompiuta) - Completata dal Maestro József Ács nel 2009. Il requiem completo è stato eseguito in prima rappresentazione mondiale al Festival Leoncavallo a Brissago (Svizzera) il 22 agosto 2009.
- Mattinata - Romanza, scritta per Enrico Caruso nel 1903
Mattinata (Leoncavallo)
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Mattinata è una celebre romanza scritta da Ruggero Leoncavallo nel 1904 espressamente per l'allora Gramophone Company (oggi HMV). Primo interprete ne fu Enrico Caruso, nell'esecuzione registrata l'8 aprile 1904, con lo stesso Leoncavallo al pianoforte.
Dopo di allora quest'aria è stata interpretata da quasi tutti i principali tenori ed è divenuta un classico dei concerti lirici.
Nel 1949 la versione di Vic Damone (You're Breaking My Heart) raggiunge la prima posizione nella Billboard Hot 100 per 4 settimane.
Dopo di allora quest'aria è stata interpretata da quasi tutti i principali tenori ed è divenuta un classico dei concerti lirici.
Nel 1949 la versione di Vic Damone (You're Breaking My Heart) raggiunge la prima posizione nella Billboard Hot 100 per 4 settimane.
Libretto
L'aurora di bianco vestita
Già l'uscio dischiude al gran sol;
Di già con le rosee sue dita
Carezza de' fiori lo stuol!
Commosso da un fremito arcano
Intorno il creato già par;
E tu non ti desti, ed invano
Mi sto qui dolente a cantar.
Metti anche tu la veste bianca
E schiudi l'uscio al tuo cantor!
Ove non sei la luce manca;
Ove tu sei nasce l'amor.
Ove non sei la luce manca;
Ove tu sei nasce l'amor.
Già l'uscio dischiude al gran sol;
Di già con le rosee sue dita
Carezza de' fiori lo stuol!
Commosso da un fremito arcano
Intorno il creato già par;
E tu non ti desti, ed invano
Mi sto qui dolente a cantar.
Metti anche tu la veste bianca
E schiudi l'uscio al tuo cantor!
Ove non sei la luce manca;
Ove tu sei nasce l'amor.
Ove non sei la luce manca;
Ove tu sei nasce l'amor.