03/09/12

I Grandi Bronzi del Battistero di Firenze : Vincenzo Danti (scultore)







Vincenzo Danti (Perugia, 1530-1576). Il gruppo bronzeo della "Decollazione del Battista" (1570-1571), dopo il restauro. Al centro il Battista (altezza 164,2 cm), a destra il Carnefice (268 cm), a sinistra Salomè (243 cm). In mostra al Museo del Bargello





Vincenzo Danti (Perugia, 1530Perugia, 26 maggio 1576) è stato uno scultore ed ingegnere civile italiano.

Fu allievo dapprima del padre orafo e poi aiuto di Michelangelo e di Daniele da Volterra a Roma
Per Perugia scolpì la statua brozea di Papa Giulio III (1555), collocata all'esterno del Duomo.
Due anni dopo fu chiamato alla corte dei Medici, da Cosimo I dove lavorò come architetto, ingegnere e scultore. Nel 1571 si trasferì definitivamente a Firenze. Tra i lavori più famosi ci furono: il Serpente di bronzo influenzato dai manieristi fiorentini e conservato al Museo nazionale, la Decollazione del Battista sul battistero di San Giovanni, L'Onore che vince l'Inganno custodito al museo nazionale del Bargello di Firenze, la Madonna con bambino in Santa Croce e le due statue dell'Equità e del Rigore, che si trovano a coronamento del lato breve nel piazzale degli Uffizi. Nel 2008, a completamento del restauro dei bronzi del Battistero, è stata dedicata a Vincenzo Danti una mostra monografica al museo del Bargello.
Al ritorno nella sua città scolpì le statue per la cappella di San Bernardino, e pubblicò il primo libro del Trattato delle perfette proporzioni. Fu anche matematico e rimatore.
Come trattatista progettò 15 Libri sulle proporzioni dei quali solo il primo ci è pervenuto. Secondo Danti la bellezza di un'opera si ricava attraverso l'armonia delle parti, che si ottiene indagando l'ordine dell'universo.[1] Riunendo concetti aristotelici e platonici, constatando l'imperfezione della realtà a causa della materia, Danti cercò di risalire alle forme della natura perfette ed assegnò all'artista due compiti fondamentali, quello di ritrarre ed imitare. Attribuisce alla scultura, di cui predilige canoni rigorosi, il primato delle arti, in quanto in grado di esprimere il moto.