Pëtr Il'ič Čajkovskij |
Lo Schiaccianoci (Ščelkunčik), è un balletto con musiche di Pëtr Il'ič Čajkovskij (op. 71), il quale seguì minuziosamente le indicazioni del coreografo Marius Petipa e, in seguito, quelle del suo successore Lev Ivanov.
Il balletto fu commissionato dal direttore dei Teatri Imperiali Russi, Ivan Aleksandrovič Vsevoložskij.
La storia deriva dal racconto Schiaccianoci e il re dei topi di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann (1816).
Storia del balletto
Pëtr Il'ič Čajkovskij compose le musiche del balletto tra il 1891 e il 1892.
La prima rappresentazione, che si tenne insieme alla prima dell'opera Iolanta dello stesso Čajkovskij, ebbe luogo il 18 dicembre 1892 presso il Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, Russia. Fu condotta interamente dal compositore italiano Riccardo Drigo e coreografata dal ballerino russo Lev Ivanov: questa esecuzione tuttavia non riscosse successo[1].
La prima rappresentazione, che si tenne insieme alla prima dell'opera Iolanta dello stesso Čajkovskij, ebbe luogo il 18 dicembre 1892 presso il Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, Russia. Fu condotta interamente dal compositore italiano Riccardo Drigo e coreografata dal ballerino russo Lev Ivanov: questa esecuzione tuttavia non riscosse successo[1].
Tra gli interpreti di questa prima esecuzione spiccano l'italiana Antonietta Dell'Era, nel ruolo della Fata Confetto, il russo Pavel Gerdt, Olga Preobrajenska e il giovane Nicolaj Legat. Da ricordare che il ruolo di Clara era interpretato da una bambina della scuola di ballo del teatro Teatro Mariinskij.
La suite,
estremamente popolare in sede concertistica, fu realizzata nell'agosto
1892 dal musicista stesso, che a differenza degli altri due propri
balletti, per i quali non era convinto a creare una "Suite", lo fece su
invito come "anteprima" della prossima realizzazione , addirittura
quando non era stata ancora iniziata l'orchestrazione integrale del
balletto (i primi numeri furono proprio quelli della "Suite")[2].
La diresse personalmente a San Pietroburgo il 7 marzo 1892 (ovvero il
19, data occidentale), con un esito trionfale (vi furono bis). La
"Suite" (op.71a) dura una ventina di minuti, utilizzando lo stesso
organico dell'opera ballettistica [3].
Del tutto inesatta è l'informazione per cui il compositore avrebbe
scritto una seconda "Suite". Esiste invece la consuetudine, in sede
discografica soprattutto, di alterare con integrazioni attinte dal
balletto completo, la struttura della "Suite" così come pensato da
Čajkovskj[4].
Una novità in quest'opera è la presenza di uno strumento che fu visto dal compositore a Parigi: la celesta.
Čajkovskij lo volle assolutamente inserire nell'organico strumentale e
lo aggiunse in alcuni passaggi del secondo atto: Scene iniziali, Passo a
due (Danza della Fata Confetto) e Apoteosi con associazione al
personaggio della Fata. Lo strumento venne usato da Čajkovskij anche nel
proprio poema sinfonico contemporaneo al balletto Voevoda op. 78 postuma . Prima di lui, in assoluto, Charles-Marie Widor nel 1880. Il nostro musicista temeva che i suoi "rivali" russi potessero precederlo nell'utilizzo dello strumento.
Alcune versioni diverse
Dopo la prima esecuzione di Ivanov vanno ricordate quelle riviste da Gorskij nel 1917 e da Lopukhov nel 1929.
Nel 1934 al Mariinsky (Kirov) Ballet and Opera theatre venne inscenata l'edizione di Vassilij Vajnonen
(il ruolo di Clara veniva a coincidere con quello della Fata Confetto) e
sempre nello stesso anno ci fu il debutto europeo del balletto, in mese
Giugno al Sadler's Wells di Londra, riprendendo la coreografia di Ivanov.
In Italia arrivò solamente quattro anni dopo la prima rappresentazione, nel 1938, alla Scala di Milano, con la coreografia a cura di Margherita Froman.
Gli anni successivi videro numerose versioni differenti del balletto, tra le quali quelle di Boris Romanov, Frederick Ashton e quelle di Nicholas Beriozoff. La rivisitazione più particolare fu quella di George Balanchine che nel 1954
decise di dividere il balletto in due parti, seguendo la trama
originale: la realtà e il sogno. Questa versione fu poi rappresentata
dal New York City Ballet.
Lo Schiaccianoci moderno
Lo Schiaccianoci è stato ripreso più volte dal cinema, dal teatro e anche dallo sport, soprattutto le sue musiche e la sua trama.
Un esempio cinematografico è il film Fantasia della Disney, in cui fate, funghi, pesci, fiori, cardi e orchidee danzano al ritmo delle note della suite dello Schiaccianoci.
Ad ogni modo, la partitura musicale di Čajkovskij è stata riproposta
fedelmente. Questo non è accaduto però in molte rappresentazioni
allestite di recente. Il balletto originale infatti dura solamente
novanta minuti, quindi è più breve rispetto al Lago dei cigni o a La bella addormentata. In queste rappresentazioni i compositori omettono brani, li riordinano o addirittura aggiungono brani tratti da altre opere.
Nel 1983 infatti, ne Lo Schiaccianoci: fantasia su ghiaccio, un adattamento televisivo per uno spettacolo di pattinaggio su ghiaccio, le musiche originali sono state riordinate secondo un'altra scaletta e sono state aggiunte poi musiche di un altro compositore russo, Mikhail Ippolitov-Ivanov.
Nel 1983 infatti, ne Lo Schiaccianoci: fantasia su ghiaccio, un adattamento televisivo per uno spettacolo di pattinaggio su ghiaccio, le musiche originali sono state riordinate secondo un'altra scaletta e sono state aggiunte poi musiche di un altro compositore russo, Mikhail Ippolitov-Ivanov.
L'attuale popolarità de Lo Schiaccianoci è in parte dovuta a Willam Christensen, fondatore della compagnia San Francisco Ballet, che importò il lavoro negli Stati Uniti nel 1944. Il successo del balletto e la coreografia di George Balanchine per la sua prima rappresentazione nel 1954 creò una vera e propria tradizione invernale nelle rappresentazioni dell'opera negli Stati Uniti.
Un film ungherese-britannico in lingua inglese del 2010, è stato firmato dal regista russo Andrej Sergeevič Michalkov-Končalovskij, intitolato Lo Schiaccianoci in 3D (tit. orig. The Nutcracker in 3D). Si tratta di un "fantasy" che utilizza sia la musica del balletto, sia altre composizioni di Čajkovskij (come la Quinta Sinfonia), per gli arrangiamenti di Eduard Artemiev e Tim Rice (canzoni).Il film ha ricevuto grandi critiche negative all'estero [5] ed addirittura un Premio per Peggior uso del 3D nella 31ma edizione 2010 del Razzie Awards 2010, svoltasi il 26 febbraio 2011, che ad Hollywood premia i peggiori film dell'anno. In Italia è uscito il 2 dicembre 2011.
SCHIACCIANOCI - VALZER DEI FIORI :
............. - TREPAK (DANZA RUSSA):
.............. - VALZER DEI FIOCCHI DI NEVE :