24/09/17

Don Pasquale: "So anch'io la virtù magica" (cavatina di Norina)


Atto I

Sala in casa di Don Pasquale, con porta in fondo d'entrata comune, e due porte laterali che guidano agli appartamenti interni.

Don Pasquale, vecchio ricco e scapolo, è arrabbiato col nipote Ernesto che vuole sposare Norina, vedova bella, ma povera. Decide allora di prendere moglie per punire il giovane e diseredarlo. Il dottore Malatesta comunica a Don Pasquale di conoscere la ragazza che fa per lui: sua sorella Sofronia ("Bella siccome un angelo"), dal carattere docile, appena uscita dal convento. Ernesto è disperato, non può coronare il suo sogno d'amore ("Sogno soave e casto") e scrive una lettera d'addio a Norina.

Nella sua camera la bella Norina sta leggendo un libro d'amore ("So anch'io la virtù magica"). Dopo aver letto ad alta voce un brano, spiega che conosce tutti i trucchi per conquistare un uomo.








TESTO :



Quel guardo,
il cavaliere in mezzo al cor trafisse,
Piegò i lginocchio
Son vostro cavalier.
E tanto era in quel guardo
Sapor di paradiso,
Che il cavalier Riccardo,
Tutto d'amor conquiso,
Giurò che ad altra mai,
Non volgeria il pensier."
Ah, ah!
So anch'io la virtu magica
D'un guardo a tempo e loco,
So anch'io come si bruciano
I cori a lento foco,
D'un breve sorrisetto
Conosco anch'io l'effetto,
Di menzognera lagrima,
D'un subito languor,
Conosco i mille modi
Dell'amorose frodi,
I vezzi e l'arti facili
Per adescare un cor.
Ho testa bizzarra,
son pronta vivace,
Brillare mi piace scherzar:
Se monto in furore
Di rado sto al segno,
Ma in riso lo sdegno fo presto a cangiar,
Ho testa bizzarra,
Ma core eccellente, ah!