02/12/17

Pistoia città dei pulpiti. Presentazione del volume con Philippe D'Averio


Ho assistito all'interessantissima conferenza del prof. Daverio (evento presente anche su Facebook) sui pulpiti della città. Effettivamente nel Medioevo e, più precisamente, in questa zona tra il 1200 e 1300 il pulpito era un grande elemento di comunicazione come lo è oggi il WEB. 

Consiglio di scaricare il video tenendo presente che il filmato incomincia dal minuto 23'20''. 

Molte nozioni interessanti. Come al solito succede quando arriva un "grande" come successe a Vinci (vedere linq), chiesa di San Bartolomeo in Pantano strapiena.



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Questa settimana Simone Magli ci mostra un pezzo dell'architettura sacra pistoiese, con le tre opere che nel Quattrocento valsero alla città l'appellativo di Città dei Pulpiti.
Opere la cui visione può suscitare questo sentimento, espresso dall'aforisma di oggi:
Lo stupore è una forma d'amore
  Simone Magli https://oggihoimparatoblog.wordpress.com/

Di seguito alcune informazioni sui tre pulpiti tratte dal portale Pistoia Turismo
Dei quattro pulpiti che Pistoia vantava all'epoca ne sono rimasti tre (quello in cattedrale fu abbattuto nel XVI sec) ammirati ancora oggi in altrettanti chiese nel centro della città. 

Chiesa di S.Andrea Nella navata centrale della chiesa spicca il bianco pulpito di marmo, ritenuto uno dei massimi capolavori della scultura del Trecento, eseguito da Giovanni Pisano figlio di Nicola, autore del pulpito del battistero di Pisa e di quello del duomo di Siena.
Il pulpito illustra la dottrina della Redenzione che si sviluppa secondo tre livelli sovrapposti.
Il livello inferiore è dedicato alle Allegorie: Il parapetto esagonale è sostenuto da sette colonne di cui la centrale poggia su tre grifoni alati e tre delle esterne su di un leone, una leonessa e un telamone.
Quest'ultimo, raffigurato dal Pisano in una posa a spirale si identifica con Adamo, primo uomo, che sostiene sulle spalle il peso del peccato originale e quindi della storia.
Il livello mediano è dedicato alle Profezie e raffigura i profeti del mondo giudaico e le sibille del mondo classico che annunciano la "buona novella".
Il registro superiore illustra la manifestazione di Cristo nella storia rappresentata nelle cinque formelle della cassa dove sono scolpiti in altorilievo episodi del Nuovo Testamento: nel primo rilievo l'Annunciazione, la Natività, il Bagno di Gesù e l'Annuncio ai pastori; nel secondo il sogno dei Magi; nel terzo la strage degli Innocenti, nel quarto la Crocifissione e nel quinto il Giudizio Universale. Il pulpito era in origine corredato da una scala di accesso, oggi mancante, e da due leggii, uno dei quali, conservato al Metropolitan Museum di New York, è ricordato da una copia in resina che è stata collocata sulla cassa, mentre l'altro, raffigurante l'Ecce Homo, è custodito al Museo di Stato di Berlino.


Chiesa di S.Giovanni Fuorcivitas Sul lato opposto all'entrata della chiesa, è collocato il grande pulpito risalente al 1270 ed  opera di Guglielmo da Pisa, collaboratore di Nicola Pisano.
Vi sono scolpite le Storie di Cristo e della Vergine, impreziosite da paste vitree policrome e da rifiniture cromatiche.
Attribuita all'ambito di Nicola o Giovanni Pisano è l'elegante pila marmorea posta al centro della navata sul cui fusto sono raffigurate le virtù teologali mentre sulla vasca si trovano i busti delle virtù cardinali.


Chiesa di S.Bartolomeo Il pergamo è l'opera di maggiore interesse all'interno della chiesa. Secondo alcuni studi le lastre scolpite raffiguranti gli episodi post mortem della vita di Cristo, cui si riferisce l'iscrizione con la data 1236, sarebbero appartenute all'antico pulpito della Cattedrale, tradizionalmente attribuito a Guido da Como.
Le formelle affisse alla parete, datate 1250 e raffiguranti episodi dell'infanzia di Gesù, sarebbero appartenute al pulpito della chiesa di San Bartolomeo.
Studi più recenti sostengono invece che tutte le formelle provengono dallo stesso pergamo, che sarebbe stato eseguito per questa chiesa in due fasi successive.