La Resurrezione di Cristo, composta ed eseguita nel 1898, è certamente il capolavoro assoluto del sacerdote, compositore e organista Lorenzo Perosi (1872 – 1956).
Senza dubbio l’episodio dei vangeli al quale questo oratorio in due parti si riferisce predispone alla gioia più grande e alla fede fervente che riempie la seconda parte e che contrasta con la tristezza della prima parte: Dalla morte al sepolcro.
Quest’ultima usa il testo di Matteo (capitolo 27) mentre per la seconda parte, La Resurrezione, viene utilizzato il testo di Giovanni (capitolo 20).
La prima parte, per la natura del soggetto (che racconta l’agonia di Cristo sulla croce), è esclusivamente funebre, senza grande varietà di movimenti e di … vita.
Le preghiere, i rimpianti e i lamenti si susseguono e si assomigliano con grande contemplazione e narrazione ma con poco lirismo.
Forse si sarebbe preferito avere qualche pagina in più simile al coro del popolo che reclama delle guardie sulla tomba di Gesù o come il duetto delle due Marie, in perfetto stile italiano, che canta vicino al sepolcro.
Il resto ha molto meno fasto ma … questo non significa che abbia una bellezza minore.
Ad esempio nel Preludio di questa prima parte, a cui Perosi era particolarmente legato e che egli considerava come la porta d’ingresso, siamo immersi in un’atmosfera molto ricca di passione per tutti gli avvenimenti legati agli ultimi istanti dell’agonia di Cristo e alla sua passione.
Nella seconda parte (che racconta la risurrezione di Gesù), invece, tutto cambia, ad esempio nella nobiltà costante del racconto che non è più un recitativo monotono interrotto da accordi, ma un canto melodico continuo, pur restando semplice: grazie all’energia o alla dolcezza dell’intonazione degli accenti, alla chiarezza delle cadenze o, al contrario, alla loro incertezza, Perosi dà alle parole (apparentemente indifferenti) un senso profondo e una grande risonanza.
Ad ogni istante le parole sono rese in modo adeguato.
Il Preludio qui ha un’ampia sonorità, che culmina nell’Alleluja gregoriano del coro.
L’organico è formato da 7 solisti (3 soprani, contrarlo, tenore, 2 baritoni), coro e orchestra.