Sono trascorsi 80 anni da quando il regime nazista mise al bando la
cosiddetta "arte degenerata", organizzando nel 1937, a Monaco,
un'esposizione pubblica per condannarla e deriderla e,
contemporaneamente un'esposizione per esaltare la "pura arte ariana".
In quei giorni cominciò la razzia, nei musei dei territori occupati e
nelle case dei collezionisti e ebrei, di capolavori destinati a occupare
gli spazi di quello che Hitler immaginava come il Louvre di Linz,
rimasto poi solo sulla carta e a Carinhall, la residenza privata di
Goering, l'altro grande protagonista del saccheggio dell'Europa. Il
documentario raccoglie testimonianze dirette legate a storie che
prendono il via dalle grandi mostre che a distanza di 80 anni, nel 2017,
fanno il punto sull'arte trafugata, tra protagonisti di quegli anni, e
ultime restituzioni.
Recensione di
Rossella Farinotti
lunedì 12 marzo 2018
lunedì 12 marzo 2018
"L'avete fatto voi questo orrore, maestro?", chiede l'ambasciatore
nazista Otto Abetz a Pablo Picasso davanti a Guernica. Picasso rispose:
"No, è opera vostra".
Quando si parla di arte, quella vera, c'è spesso in latenza un sentimento di giustificazione del perché la si crea, o perché la si vuole possedere. Questo film narra lucidamente delle tematiche drammatiche che via via stanno andando nel dimenticatoio: la vicenda del nazismo e le sue conseguenze. E la narra da un punto di vista preciso, di cui non si è molto parlato: il trafugamento delle opere d'arte in quel periodo e la gara - dettata dall'ego e dal potere - di due personaggi tragici e surreali come Adolph Hitler e Hermann Göring nell'averla tutta per loro.
Quando si parla di arte, quella vera, c'è spesso in latenza un sentimento di giustificazione del perché la si crea, o perché la si vuole possedere. Questo film narra lucidamente delle tematiche drammatiche che via via stanno andando nel dimenticatoio: la vicenda del nazismo e le sue conseguenze. E la narra da un punto di vista preciso, di cui non si è molto parlato: il trafugamento delle opere d'arte in quel periodo e la gara - dettata dall'ego e dal potere - di due personaggi tragici e surreali come Adolph Hitler e Hermann Göring nell'averla tutta per loro.
Un Bellini a te e un Botticelli a me; un Matisse nella tua magione e io
mi prendo un Van Eyck. Sembra sia andata proprio così in Hitler contro Picasso e gli altri, film documentario prodotto da Nexo Digital con la collaborazione di Sky Arte.
Si scoprono gli altarini di una guerra che ha portato morte,
disperazione e ancora morte. Un decadimento dell'essere umano e delle
sue espressioni più alte. Perché l'arte - i dipinti, le sculture, le
produzioni monumentali e architettoniche, uniche e irripetibili, delle
nostre città europee - è ciò che, di fatto, rimane nella storia. L'arte è
la testimonianza della nostra esistenza. Per questo motivo Christopher
A. Marinello, avvocato italo americano di stanza a Venezia, ha deciso di
lottare per la riacquisizione dei patrimoni artistici di alcune
famiglie depredate dai nazisti, e isolate - e spesso cancellate - nei
campi di concentramento.
Hitler contro Picasso e gli altri è un progetto ambizioso e ricco di documentazione e materiali d'archivio interessanti e poco scandagliati. Il giovane regista Claudio Poli (Cremona, 1986) ha realizzato un percorso che andrebbe guardato e studiato più volte, perché le tematiche trattate sono diverse e girano tutte intorno al saccheggio di incredibili opere d'arte da collezioni private, fondazioni, musei e chiese - un esempio per tutti: il polittico de L'Agnello Mistico, il capolavoro realizzato dai fratelli van Eyck per la Cattedrale di Ghent, che Hitler fece sparire - con dei focus incentrati su alcuni episodi particolari: dal ritrovamento, nel 2012, della collezione Cornelius Gurlitt, alla mostra - diventata successivamente iconica e fondamentale per la storia dell'arte contemporanea e la sua curatela - sull'arte degenerata del luglio 1937. Un'esposizione che rilevò più di 2 milioni di visitatori.
Gli artisti in mostra, quei personaggi straordinari denigrati dai
nazisti, erano Emile Nolde, Oskar Kokoschka, Pablo Picasso, Paul Klee,
Max Beckmann - qui relegato ma, di fatto, comprato e presente nei
salotti borghesi tedeschi -, Otto Dix, Georg Grosz, Marc Chagall e il
Cavaliere Azzurro, il gruppo nordico della Die Brüke, El Lissitzky,
Henri Matisse, Eduard Munch, tra gli altri... in questo contesto gli
artisti venivano usati per indicare le debolezze e i difetti della
società contemporanea, con uno sguardo particolare nei confronti di
alcune minoranze e, soprattutto, degli ebrei, presi di mira sotto ogni
aspetto. Quasi contemporaneamente alla mostra "degenerata", Hitler cura,
come contrappunto di arte "positiva" ed esemplare, la Grande
Esposizione di Arte Germanica, sottolineando la sua ossessione per il
prodotto artistico anche come veicolo del partito e della razzia in atto
per incentivare l'importanza della razza ariana.
Hitler contro Picasso e gli altri è un progetto ambizioso e ricco di documentazione e materiali d'archivio interessanti e poco scandagliati. Il giovane regista Claudio Poli (Cremona, 1986) ha realizzato un percorso che andrebbe guardato e studiato più volte, perché le tematiche trattate sono diverse e girano tutte intorno al saccheggio di incredibili opere d'arte da collezioni private, fondazioni, musei e chiese - un esempio per tutti: il polittico de L'Agnello Mistico, il capolavoro realizzato dai fratelli van Eyck per la Cattedrale di Ghent, che Hitler fece sparire - con dei focus incentrati su alcuni episodi particolari: dal ritrovamento, nel 2012, della collezione Cornelius Gurlitt, alla mostra - diventata successivamente iconica e fondamentale per la storia dell'arte contemporanea e la sua curatela - sull'arte degenerata del luglio 1937. Un'esposizione che rilevò più di 2 milioni di visitatori.
Le collezioni delle famiglie ebree sono qui scandagliate e il racconto si fa più cupo e interessante quando passano in rassegna le opere faticosamente recuperate. L'esempio più noto è La donna seduta di Matisse, scovato nella collezione Gurlitt e, grazie al lavoro di mediazione di Marinello, restituita alla famiglia Rosenberg, grandi collezionisti che persero tutto durante la guerra, tra la fuga e il campo di concentramento. E poi ancora le riprese di mostre-simbolo come "Gurlitt: Status Report" divisa tra "Arte degenerata - confiscata e venduta" presso il Kunstmuseum di Berna e "Il furto d'arte dei nazisti e le sue conseguenze" alla Bundeskunsthalle di Bonn, entrambe del 2017; "21 rue La Boétie a Parigi" e "Looted Art - Before, during and afetr WWII", a Deventer.
Un'operazione complessa che prova a chiarire vicende drammatiche che ancora non sono state risolte, perpetuando una memoria che non può essere cancellata e che, grazie alla squadra che ha portato alla realizzazione del film, rappresenta l'inizio di un percorso che deve essere ancora sviluppato
https://www.mymovies.it/film/2018/hitler-contro-picasso-e-gli-altri/