Libiamo ne' lieti calici
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Libiamo ne' lieti calici è un celebre brindisi in tempo di valzer del primo atto della Traviata di Giuseppe Verdi (scena II). Costituisce uno degli episodi in cui si articola l'introduzione dell'opera ed è intonato da Violetta (soprano), Alfredo (tenore) e dal coro imbottito di seconde parti (Flora, Gastone, il Barone, il Dottore, il Marchese). I versi furono scritti da Francesco Maria Piave.
Testo preso dallo spartito :
- Alfredo:
- Libiam libiamo, ne' lieti calici,
- che la bellezza infiora;
- e la fuggevol fuggevol'ora
- s'inebrii a voluttà.
- Libiam ne' dolci fremiti
- che suscita l'amore,
- poiché quell'occhio al core
- Onnipotente va.
- Libiamo, amore; amor fra i calici
- più caldi baci avrà.
- Tutti:
- Ah! Libiam, amor fra i calici
- Più caldi baci avrà.
- Violetta:
- Tra voi saprò dividere
- il tempo mio giocondo;
- tutto è follia follia nel mondo
- Ciò che non è piacer.
- Godiam, fugace e rapido
- è il gaudio dell'amore;
- è un fior che nasce e muore,
- né più si può goder.
- Godiam c'invita c'invita un fervido
- accento lusighier.
- Tutti:
- Ah! Godiamo, la tazza e il cantico
- la notte abbella e il riso,
- in questo in questo paradiso
- ne scopra il nuovo dì.
- Violetta:
- La vita è nel tripudio...
- Alfredo:
- Quando non s'ami ancora...
- Violetta:
- Nol dite a chi l'ignora,
- Alfredo:
- È il mio destin così...
- Tutti:
- Ah! Godiamo, la tazza e il cantico
- la notte abbella e il riso,
- in questo in questo paradiso
- ne scopra il nuovo dì.